Alla Fiera dell'Est , Angelo Branduardi live con disegni di Emanuele Luzzati HD
Alla Fiera dell’Est per due soldi un topolino mio padre comprò. E venne il gatto che si mangiò il topo che al mercato mio padre comprò. Alla Fiera dell’Est per due soldi un topolino mio padre comprò. E venne il cane che morse il gatto che si mangiò il topo che al mercato mio padre comprò. Alla Fiera dell’Est per due soldi un topolino mio padre comprò. E venne il bastone che picchiò il cane che morse il gatto che si mangiò il topo che al mercato mio padre comprò. Alla Fiera dell’Est per due soldi un topolino mio padre comprò. E venne il fuoco che bruciò il bastone che picchiò il cane che morse il gatto che si mangiò il topo che al mercato mio padre comprò. Alla Fiera dell’Est per due soldi un topolino mio padre comprò. E venne l’acqua che spense il fuoco che bruciò il bastone che picchiò il cane che morse il gatto che si mangiò il topo che al mercato mio padre comprò. Alla Fiera dell’Est per due soldi un topolino mio padre comprò. E venne il toro che bevve l’acqua che spense il fuoco che bruciò il bastone che picchiò il cane che morse il gatto che si mangiò il topo che al mercato mio padre comprò. Alla Fiera dell’Est per due soldi un topolino mio padre comprò. E venne il macellaio che uccise il toro che bevve l’acqua che spense il fuoco che bruciò il bastone che picchiò il cane che morse il gatto che si mangiò il topo che al mercato mio padre comprò. Alla Fiera dell’Est per due soldi un topolino mio padre comprò. E l’Angelo della Morte sul macellaio che uccise il toro che bevve l’acqua che spense il fuoco che bruciò il bastone che picchiò il cane che morse il gatto che si mangiò il topo che al mercato mio padre comprò. Alla Fiera dell’Est per due soldi un topolino mio padre comprò. E infine il Signore sull’Angelo della Morte sul macellaio che uccise il toro che bevve l’acqua che spense il fuoco che bruciò il bastone che picchiò il cane che morse il gatto che si mangiò il topo che al mercato mio padre comprò. Alla Fiera dell’Est per due soldi un topolino mio padre comprò. “E venne il cane, che morse il gatto, che si mangiò il topo…” e così via sulle note della canzone “Alla fiera dell’est” di Angelo Branduardi. Si tratta di un brano senza tempo, che generazioni e generazioni di bambini hanno imparato e continuano ad imparare a memoria grazie a genitori e insegnanti. Ma i personaggi raccontati nel testo, che si annientano a vicenda come in una sorta di “matrioska lirica”, sono semplicemente se stessi o rappresentano qualcos’altro? Branduardi, il “menestrello” della musica italiana, è noto per la profondità storica e culturale che c’è dietro i suoi lavori. Basti pensare all’album ispirato alla vita di San Francesco, in cui l’autore racconta le vicende del poverello di Assisi basandosi sulle Fonti Francescane. Ebbene, in questo senso, la canzone “Alla fiera dell’est” non fa eccezione. Il brano, infatti, è liberamente ispirato al canto pasquale ebraico del Chad Gadya. Un testo che viene recitato al termine della Haggadah shel Pesach (Narrazione