Emiliano Brancaccio : I gattopardi del pensiero unico - Stieglitz , Krugman

15.08.2009
Micromedia: intervista di Emilio Carnevali ad Emiliano Brancaccio Mercoledì 27 Maggio 2009 Liberazione, sabato 16 maggio 2009 Come smontare le verità indiscusse dei vari Ichino, Sartori o Salvati TRENTANNI DI LIBERISMO ANALIZZIAMOLI CON MARX di Rosario Patalano I testi che Emiliano Brancaccio ha raccolto in un volume in questi giorni in libreria (La crisi del pensiero unico, Franco Angeli, pagine 174, euro 13) rappresentano un esempio di letteratura critica. Il modello al quale evidentemente Brancaccio si ispira è la marxiana Kritik der Politischen Ökonomie, cioè un programma scientifico diretto a svelare i presupposti ideologici della teoria e della politica economica liberista dellultimo trentennio, il cui potere è stato così forte e incontrastato che non si è esitato a coniare il termine di pensiero unico per definirla. Gli interventi raccolti nel volume hanno natura eterogenea, alcuni dettati dalla contingenza politica, altri più meditati e complessi. Tutti gli scritti sono però accomunati dallobiettivo di offrire al lettore un punto di vista critico e alternativo sui temi cruciali del dibattito politico ed economico. In queste pagine il marxismo si riappropria dunque della sua valenza illuministica, e riacquista la sua carica di potente strumento di disvelamento dei meccanismi e dei conflitti che presiedono alla riproduzione e alla crisi del capitalismo contemporaneo. Il volume è diviso in cinque parti: controversie sulla politica economica, recensioni e commenti, ritratti del Novecento, leconomia e la politica dei Nobel, e una appendice teorica finale. In ogni sezione gli interventi sono riportati cronologicamente in un crescendo di impegno polemico in cui i protagonisti nostrani del pensiero unico sono chiamati dallautore a confrontarsi sul duro terreno dei fatti concreti. Nel susseguirsi degli interventi dedicati alleuro, ai reali effetti della precarietà del lavoro, alle morti bianche, alla questione ambientale, vengono di volta in volta affrontati i vari Boeri, Giavazzi, Ichino, Romano, Salvati, Sartori ed altri. Le argomentazioni di questi autori, solitamente presentate al grande pubblico come indiscutibili verità scientifiche, si rivelano sorprendentemente fragili sotto i colpi di una critica a fil di fioretto, il più delle volte ironica e sempre implacabile. Ma la critica di Brancaccio va oltre il mero attacco ai propugnatori della vulgata economica, e in alcuni interventi prende anche di mira alcune comode certezze che si sono diffuse in questi anni nellambito della stessa cultura antagonista. Per esempio, Brancaccio si fa carico della necessità di riconoscere i motivi reali di conflitto tra lavoratori che possono scaturire dal fenomeno migratorio. Egli infatti critica la proposizione secondo cui gli immigrati sarebbero necessari per garantire le pensioni ai nativi, chiarendo che questa idea dipende dallinfondato convincimento che tutti i lavoratori, nativi e migranti, trovino sicuramente unoccupazione. Così facendo Brancaccio impeg

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